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PAESTUM estate 2005 - Eventi

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cenni storici

Nella vasta pianura del Sele si erge maestosa Paestum, ricca di arte e fascino, ricordata come il più famoso centro della Magna Grecia. Coinvolgenti le descrizioni di Strabone che narrano la nascita di questo mito (VII sec. a.C.) voluta da smaniosi avventurieri guidati da Giasone, che risalendo le coste tirreniche approdarono alla foce del Sele. Questi, ammaliati dall’incantevole luogo, si fermarono per fondare un centro fortificato, dedicando un tempio a Hera Argiva.

La favorevole posizione geografica e la ricchezza del suolo fecero di questa città, grecamente detta Poseidonia, un luogo di attrazione e di attivo commercio. Questo nuovo centro, una volta inseritosi nello scacchiere commerciale per gli scambi con il retroterra sannitico e l’area etrusca, si trasferì di pochi chilometri, nel sito dove attualmente sorgono le rovine. A partire dalla seconda metà del VI sec a. C., Poseidonia ubisce una eccezionale crescita economica favorita dal declino dell’attività commerciale etrusca al di là dal Sele e dal tramonto della “madrepatria” Sibari.

Questo stesso periodo vede la nascita di maestosi monumenti: la Basilica, il Tempio di Cerere, il Tempio di Nettuno. Imponenti torrioni rinforzano le mura nelle quali si aprono 4 porte: a est Porta Sirena, a ovest Porta Marina, a nord Porta Aurea e a sud Porta Giustizia. Si aprono, inoltre, numerosi piccoli stretti passaggi, usati forse come uscita di emergenza o per poter raggiungere velocemente la campagna circostante. Nel V sec a. C. i Lucani invadono la costa e la pianura del Sele; Poseidonia cade e il suo stesso nome cambia, diventando Paistom. Nel 273 a.C. i Lucani furono cacciati dai Romani che fondarono una colonia di “diritto latino” chiamata Paestum. La città comunque mantenne una certa autonomia concretizzatasi anche nella coniazione di moneta propria fino ad epoca imperiale. Altre costruzioni successive a questi eventi sono il Foro, il Tempio della Pace, l’Anfiteatro. La fortuna di Paestum durò fino al tardo impero; una grave crisi colpì la città il cui numero di abitanti subì un forte calo. Alla caduta di Paestum contribuisce il fiume Salso (detto Capodifiume) che raggiunge la città trasformandola in una palude. Paestum si ridusse ad un piccolo villaggio intorno al Tempio di Cerere, più tardi trasformato in chiesa cristiana. Successivamente, gli abitanti del villaggio, per sfuggire alla malaria e alle incursioni dei saraceni, si rifugiarono sulle colline vicine, fondandovi Capaccio Vecchio (da “caput aquae” cioè “sorgente del fiume”), una città che acquistò una certa importanza commerciale e strategica. Capaccio fu assediata e distrutta da Federico II nel 1246. Paestum, per molti secoli, fu appena ricordata da artisti e poeti, che ne celebrarono in particolare le meravigliose rose. Nel 1752, quando re Carlo III di Borbone promosse la costruzione della strada verso il Sud (l’attuale Statale 18), attraversante la stessa città antica, si diffuse nuovamente la fama di Paestum, che grazie alla sua bellezza e ai suoi grandiosi monumenti continuava e continua anche oggi ad affascinare il mondo.

 
 

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I Templi di Paestum
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